Arriviamo al terminal 2 di Malpensa alle 5.00, e per
fortuna: la coda per imbarcare i bagagli sul nostro volo easyjet è
incredibilmente lunga, ma dopo circa 40 minuti ce l’abbiamo fatta. Passiamo i
controlli e via verso il gate. Breve attesa, arrivano gli autobus che ci
portano verso l’aereo che parte puntuale alle 7.20 e alle 9.08, dopo un volo trnquillo, tocchiamo il
suolo danese.
Scendiamo dall’aereo e raggiungiamo l’aeroporto a piedi… la
strada per arrivare al ritiro bagagli è bella lunga. Ritiriamo i bagagli, da
una delle tante macchinette lì vicino
cambiamo circa 140 euro con 1000 corone danesi e dai tanti espositori prendiamo
una cartina per poterci orientare facilmente (una per orientarci e un tot per l'album scrap... se mai lo farò...).
Usciamo dal ritiro bagagli e ci troviamo nel caos
dell’aeroporto. Individuiamo rapidamente il servizio informazioni dove
ritiriamo le Copenaghen Card e via verso la stazione dei treni che troviamo
molto rapidamente: le indicazioni sono chiare e ben distribuite. Facciamo i
biglietti per la stazione centrale (la Copenaghen card la facciamo partire da
domani), quindi vado sul sito dei trasporti: www.rejseplanen.dk
(si può settare la lingua inglese) e inserisco partenza (Copenhagen airport) e
destinazione (København H, ossia la stazione centrale) e verifico che il
primo treno che ferma alla stazione centrale è quello per Helsingør,
troviamo il binario, saliamo sul treno e dopo solo 2 fermate intermedie siamo a
destinazione.
La stazione è davvero un edificio incredibile, ma decidiamo
che ci perderemo nell’ammirazione più avanti, ora dobbiamo andare verso il
nostro albergo che è a circa 5 minuti di strada: comodissimo. Ci permettono di
fare subito il check in hotel e alle 11.08 siamo in camera.
Ci fermiamo giusto il tempo per lasciare i bagagli e via,
siamo per le strade di Copenaghen. Oggi, non avendo la Copenaghen card attiva,
ci perderemo per le vie della città andando verso nord fino ad arrivare alla
sirenetta: nel tragitto vedremo praticamente tutto il centro. Quindi torniamo
verso la Stazione centrale percorrendo Vesterbrogad, passiamo davanti al
Tivoli: già da fuori promette molto bene. Proseguiamo e poco dopo siamo nella
piazza del municipio dove scopriamo che questa settimana è prevista la
manifestazione del pride, infatti stanno montando il palco proprio davanti al
municipio.
Ci fermiamo e approfittiamo uno dei tanti baracchini per un pranzo veloce: un gustoso wurstel, incredibile ma persino i baracchini accettano la carta di credito.
Dalla piazza, dove c’è anche un enorme cantiere, prendiamo la Strøget: l’isola pedonale più lunga d’Europa. Arriviamo fino a St. Nikolaj Contemporary Art Centre,
giriamo verso destra e ci dirigiamo verso il canale dove vediamo prima Christianborg Palace e poi il particolarissimo tetto di Børsen, l’antica borsa valori, formato dall’intreccio delle 4 code di altrettanti dragoni che rappresentano il mare, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia.
Proseguiamo su Havnegade fino ad arrivare a Nyhavn: il vecchio porto della capitale oggi simbolo della città con le sue case variopinte, i numerosissimi locali e una costante atmosfera di festa. Qui ci sbizzarriamo in una quantità incredibile di foto percorrendolo dal fondo verso l’interno.
Alla sommità troviamo diversi baracchini di street food e ci facciamo ingolosire da un panino con la porchetta e una salsa molto saporita.
Finito di mangiare ridiscendiamo dall’altro lato e continuiamo costeggiando l’acqua, troviamo il Skuespilhuset, il teatro reale, e proprio davanti, dall’altra parte del canale, la Paper Island, casa dello street food.
Ci fermiamo e approfittiamo uno dei tanti baracchini per un pranzo veloce: un gustoso wurstel, incredibile ma persino i baracchini accettano la carta di credito.
Dalla piazza, dove c’è anche un enorme cantiere, prendiamo la Strøget: l’isola pedonale più lunga d’Europa. Arriviamo fino a St. Nikolaj Contemporary Art Centre,
giriamo verso destra e ci dirigiamo verso il canale dove vediamo prima Christianborg Palace e poi il particolarissimo tetto di Børsen, l’antica borsa valori, formato dall’intreccio delle 4 code di altrettanti dragoni che rappresentano il mare, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia.
Proseguiamo su Havnegade fino ad arrivare a Nyhavn: il vecchio porto della capitale oggi simbolo della città con le sue case variopinte, i numerosissimi locali e una costante atmosfera di festa. Qui ci sbizzarriamo in una quantità incredibile di foto percorrendolo dal fondo verso l’interno.
Alla sommità troviamo diversi baracchini di street food e ci facciamo ingolosire da un panino con la porchetta e una salsa molto saporita.
Finito di mangiare ridiscendiamo dall’altro lato e continuiamo costeggiando l’acqua, troviamo il Skuespilhuset, il teatro reale, e proprio davanti, dall’altra parte del canale, la Paper Island, casa dello street food.
Guarda di qua e guarda di là e cosa vediamo? Una riproduzione del
David di Michelangelo anzi, guardiamo il basamento e leggiamo: Michel Angelo!
Continuiamo la nostra camminata che ci porta davanti alla fontana
dietro cui vediamo Amalienborg e la chiesa di marmo.
Ancorata nel canale vediamo anche questa stupenda imbarcazione che scopriremo poi essere dei reali danesi, ed è anche la più antica imbarcazione di una famiglia reale ancora in uso.
Più avanti troviamo la chiesa Anglicana St. Alban e la fontana di Gefion che raffigura la leggenda della nascita della Zelanda.
Ancorata nel canale vediamo anche questa stupenda imbarcazione che scopriremo poi essere dei reali danesi, ed è anche la più antica imbarcazione di una famiglia reale ancora in uso.
Più avanti troviamo la chiesa Anglicana St. Alban e la fontana di Gefion che raffigura la leggenda della nascita della Zelanda.
Da qui entriamo nel Kastellet, lo percorriamo fino ad uscire
dall’altro capo
e tornando verso sud troviamo un altro simbolo di Copenaghen: la sirenetta. Qui non capisco perché ma tutti si ostinano a scendere per delle rocce che sono proprio lì davanti mentre basterebbe fare quattro passi verso sud per trovare 5 gradini comodi da scendere che ti portano esattamente nello stesso punto. Nel nostro immaginario la sirenetta è così
sola e inaccessibile, nella realtà dei fatti è così
e qui c'era ben poca gente rispetto a quando l'abbiamo vista facenso il giro con il battello di sabato!
Un’esagerazione di foto di rito e decidiamo di tornare sui nostri passi per andare a visitare la chiesa di Frederiks, meglio nota come Marmorkirken. Passando per la piazza di Amalienborg assistiamo anche a parte del cambio della guardia.
La visita della chiesa è rapida, usciti prendiamo la Bredgrade per tornare a Nyhavn.
Da qui ripercorriamo la strada a ritroso per tornare in albergo. Passando da Nyhaven non possiamo fare a meno di riscattare un'esagerazione di foto.
Un attimo di riposo e alle 20.00 usciamo per una cena veloce, la scelta è caduta sull’Astor pizza dove prendiamo due succulenti hamburger.
Finito di cenare torniamo in albergo per il meritato riposo: la levataccia alle 4.00 del mattino si fa sentire e domani ci aspetta un ricco programma.
e tornando verso sud troviamo un altro simbolo di Copenaghen: la sirenetta. Qui non capisco perché ma tutti si ostinano a scendere per delle rocce che sono proprio lì davanti mentre basterebbe fare quattro passi verso sud per trovare 5 gradini comodi da scendere che ti portano esattamente nello stesso punto. Nel nostro immaginario la sirenetta è così
sola e inaccessibile, nella realtà dei fatti è così
e qui c'era ben poca gente rispetto a quando l'abbiamo vista facenso il giro con il battello di sabato!
Un’esagerazione di foto di rito e decidiamo di tornare sui nostri passi per andare a visitare la chiesa di Frederiks, meglio nota come Marmorkirken. Passando per la piazza di Amalienborg assistiamo anche a parte del cambio della guardia.
La visita della chiesa è rapida, usciti prendiamo la Bredgrade per tornare a Nyhavn.
Da qui ripercorriamo la strada a ritroso per tornare in albergo. Passando da Nyhaven non possiamo fare a meno di riscattare un'esagerazione di foto.
Un attimo di riposo e alle 20.00 usciamo per una cena veloce, la scelta è caduta sull’Astor pizza dove prendiamo due succulenti hamburger.
Finito di cenare torniamo in albergo per il meritato riposo: la levataccia alle 4.00 del mattino si fa sentire e domani ci aspetta un ricco programma.
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